Sostegno psicologico

Il sostegno psicologico è un percorso non terapeutico, condotto da uno psicologo, che ha come obiettivo il benessere di chi si trova in un momento di crisi, sconforto, disagio di qualsiasi tipo e relativo a qualsiasi circostanza. Il raggiungimento del benessere è possibile laddove, attraverso l’ausilio di un professionista, si riesca a mettere in campo delle risorse che ciascuno di noi ha già presenti in sé, ma che, a causa di qualsivoglia disagio, appaiono offuscate e soffocate o che risultano essere impercettibili e vissute dal soggetto come del tutto mancanti.

Il sostegno psicologico, a differenza di una terapia, ha scopi e obiettivi diversi, così come diverse sono le tempistiche.

Il sostegno psicologico ha, solitamente, una durata breve e si concentra sull’hic et nunc, sul qui ed ora, partendo dalla situazione di disagio vissuta e dall’evento scatenante.

Si può chiedere il supporto di un professionista per affrontare una situazione critica, trovare una soluzione funzionale ad una situazione, per affrontare una questione familiare all’interno di un contesto supportivo e non  giudicante, per migliorare una relazione coniugale, affettiva, sentimentale, professionale. Nel caso in cui sia necessario un intervento maggiormente strutturato, sarà il professionista psicologo ad orientare il paziente verso il professionista più adatto a rispondere alla domanda di cura.

A seconda della problematica esposta e per la quale si richiede l’intervento dello psicologo, il supporto psicologico può configurarsi come:

La nostra vita è un susseguirsi di eventi che non sempre sono vissuti come “normali”. Anche gli eventi considerati da altri gioiosi e positivi (nascita di un figlio, rapporto di coppia stabile, inizio di un nuovo lavoro), in un momento di malessere interiore, possono apparire tristi, bui. Ci si ritrova a giudicarsi perché il nostro vissuto non coincide con quello di molte altre persone.

L’intervento di uno psicologo, in questi casi, può essere di aiuto per “mettere a fuoco” l’origine del proprio malessere, promuovendo la ricerca di strategie maggiormente funzionali per mettere in campo delle risorse e delle strategie utili a riprendere in mano la propria vita, capaci di far apparire davanti a noi un punto di vista differente, ma pur sempre nostro.

A volte il bagaglio che portiamo in spalla nel viaggio della nostra vita, non è adeguato. Lo psicologo può aiutarci, solo se siamo noi a desiderarlo, a svuotare poco per volta il bagaglio troppo pesante che ci accompagna per riempirlo nuovamente solo con ciò che serve, solo con quello che risulta essere maggiormente funzionale al nostro benessere.

Il sostegno psicologico di coppia è rivolto a due persone che, nella condivisione di un rapporto, incontrano un momento di crisi, una fase di “stallo”, tale per cui ciò che prima appariva perfetto e armonico, sembra configurarsi come del tutto privo di senso e talvolta di stimoli nuovi ed emozioni.

La coppia è composta da due persone che condividono tre importanti dimensioni: emotiva, sessuale e sociale. Caillè afferma che: L’unione dei partner genera però un “terzo” che non corrisponde più all’individualità di ciascuno ma racchiude in sé la rappresentazione condivisa che i partner hanno della loro coppia e su cui si articola il loro senso di appartenenza.

Il “patto” generato (implicitamente ed esplicitamente) nel momento in cui si forma la coppia, può essere minato dagli eventi, anche fisiologici, che si susseguono nel percorso di vita della stessa.

Lo psicologo può essere d’ausilio nel momento in cui entrambi i membri della coppia sono concordi nell’intraprendere un percorso di cambiamento che generi una crescita, una maggiore comprensione e, soprattutto, una maggiore e migliore comunicazione.

Ciascuno di noi nasce, vive e cresce in costante interazione con l’altro. La condizione di gruppo ci appartiene già solo in quanto facenti parte della specie umana.

Il gruppo non è solo la somma delle singole parti, bensì il luogo fisico e mentale in cui ciascun membro può esprimere se stesso in termini emotivi, affettivi, relazionali, in cui può condividere pareri ed esprimere opinioni, in cui può identificarsi e ritrovare una forma di benessere individuale e collettivo.

Lo psicologo, conduttore di un gruppo, funge da facilitatore in grado di lasciar emergere in modo funzionale risorse individuali e gruppali che spesso vengono celate da momenti di malessere e da interazioni mal strutturate.

La genitorialità è una funzione assai complessa. La nascita di un figlio è, solitamente, la fase successiva alla costituzione e al rafforzamento della dualità coppia. Non sempre, però, un evento che molti considerano come normale e fisiologico, viene vissuto dalla coppia genitoriale come tale. La nascita di un bambino richiede la messa in atto di nuove strategie di adattamento. La coppia coniugale, ove presente, si ridefinisce all’interno di un nuovo equilibrio costantemente modificato dalla presenza di una nuova vita.

E’ proprio in momenti delicati e complessi come questo che, la figura di un professionista psicologo, può sostenere entrambi i genitori o uno solo di essi. Una volta accolta e compresa la domanda del o dei genitori, l’intervento mira all’acquisizione di nuove strategie, maggiormente funzionali, e alla ridefinizione del ruolo genitoriale.

Siamo tutti capaci di essere figli, di criticare l’intervento educativo dei nostri genitori, ma quanto complesso è ricoprire tale ruolo, all’interno di una cornice di responsabilità che talvolta appaiono come eccessive e in cui ciascun genitore è chiamato a rinunciare a parte della propria vita vissuta come singolo e come membro della dualità coppia.

Il sostegno alla genitorialità è previsto anche in momenti di difficoltà legati alla crescita di un bambino, a varie difficoltà familiari, comportamenti sintomatici, passaggi evolutivi quali ad esempio l’adolescenza di uno o più figli. In questi casi lo psicologo, guidando il genitore ad una riflessione sul proprio ruolo, può agevolare una maggiore e migliore comunicazione tra genitori e figli.

La famiglia è un sistema che deve costantemente ridefinirsi e riequilibrarsi. Il suo sviluppo passa attraverso eventi che possono essere normativi e prevedili o paranormativi e imprevedibili.

E’ possibile che, durante momenti critici, l’equilibrio possa essere minacciato e generare un malessere che, alcune volte si traduce nel sintomo di uno o più membri della famiglia.

Lo psicologo può aiutare la famiglia a mettere a fuoco la situazione vissuta come problematica, aiutandola  a riconoscere e a mettere in campo delle risorse funzionali e adeguate a fronteggiare l’evento avverso o vissuto come tale e aiutando a tradurre il malessere di uno o più componenti come espressione di un bisogno molto più profondo ed articolato.